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Katana
Inviato il: 13 febbraio 2009, 23:26
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Ktm 990 Smt - Prime Impressioni Sul Web



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DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI La ricetta, insomma è sempre quella: una impostazione di guida vagamente off-road, sospensioni più lunghe del normale, ruote da 17" e freni sportivi. Da qui però si è aperto un mondo. Prima sono arrivate le cosiddette motard "stradali" meno estreme, poi le bicilindriche e, infine, siccome all'uomo piace divertirsi ma anche stare comodo, sono arrivate le motard turistiche. Motard turistica? In effetti le due definizioni sembrano essere in antitesi. Perché parlando di una motard a tutto viene in mente tranne che al turismo.


QUANTE SONO? Eppure, guardando i listini, queste moto non mancano. Se prendiamo in considerazione i tre punti chiaveruota da 17, manubrio alto e protezione aerodinamica, scopriamo modelli come Kawasaki Versys, Ducati Multistrada, Triumph Tiger 1050, e Benelli Tre K che corrispondono perfettamente alla definizione che abbiamo dato sopra. Sono turistiche sui generis, ovviamente, più adatte alla scorribanda da 2-3 giorni sui passi alpini dove ubriacarsi di curve con bagaglio minimo al seguito, che al viaggio intercontinentale (che tuttavia non è assolutamente precluso).



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ANCHE IN ARANCIO Poteva mancare l'inventore delle supermoto da questo segmento? Certo che no, per questo KTM ha deciso quest'anno (anche seguendo le molte richieste arrivate dalla clientela) di realizzare la 990 SMT. Quella T dopo il nome (evidente iniziale di Touring) suona un po' strana visto che stiamo parlando di un marchio che delle moto estreme ha fatto la propria bandiera, ma offre alla Casa di Mattighofen la possibilità di aprire una porta in più a chi, magari appassionato di KTM, vorrebbe guidare una moto più polivalente rispetto alle indiavolate stradali arancioni.

KTM INSIDE La SMT arriva proprio per questo, è sempre una KTM nell'animo, ha ancora l'indole della mangia curve, ma offre anche una posizione di guida più confortevole, una protezione aerodinamica più che dignitosa.


MOTORE MOTARD Le novità introdotte dai tecnici per fare della maximotard di Mattighofen una sorta di globetrotter dal passo svelto sono tante e toccano molti componenti, tranne il motore. A Mattighofen non hanno ritenuto opportuno intervenire sull’unità che già spinge la burrascosa SM 990 (e questo già da solo spiega molte cose) così a muovere la SMT c'è lo stesso bicilindrico LC8 da 999 cc, 115 cv e 97 Nm di coppia che già conosciamo.

CYRANO Quanto invece alle novità, la più evidente è chiaramente il cupolino dotato di parabrezza scuro, fissato direttamente al telaio e non alla forcella. Un innesto che cambia letteralmente faccia alla moto (Piace? Non piace? A voi la sentenza). Alle sue spalle, il ponte di comando si compone del classico cruscotto multifunzione (manca però l'indicatore del livello carburante che su una moto del genere non ci starebbe male) e di un manubrio a sezione variabile in alluminio.



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SELLA PER DUE Per il resto si notano subito l'inedita sella matrimoniale a due piani (rivista sia nella sagoma sia nell'imbottitura) alta 855 mm da terra e la coda rivista per isolare meglio il passeggero dal calore che arriva dagli scarichi, e per ospitare eventualmente le piccole borse laterali realizzate ad hoc per questa moto (si attaccano direttamente agli scarichi con attacchi specifici).

Il SOLITO TRALICCIO ll telaio, come già detto, resta quello noto, un traliccio in tubi d'acciaio al cromo-molibdeno. Le sospensioni, entrambe completamente regolabili (addirittura doppia regolazione per il mono!) e firmate WP, sono invece riviste nella taratura per assecondare il comfort, e diminuiscono l'escursione di 20 mm (la forcella passa da 180 a 160 mm e il mono da 200 a 180) rispetto a quelle della SM. Peccato solo che, di contorno, non sia arrivata anche la regolazione remota del monoammortizzatore (come quella dell'Adventure, per intenderci) utile per regolare al volo l'assetto quando magari si carica il passeggero. E, aggiungo, perchè non farne anche una versione con ABS?


SCARPE TEDESCHE, FRENI ITALIANI Le ruote sono in lega, calzano pneumatici Continental Sport Attack nelle misure 120/70-17 e 180/55-17. Quanto poi ai freni. , l'impianto è Brembo, con all'anteriore una coppia di dischi flottanti lavorati da pinze radiali a quattro pistoncini. Con l'arrivo del cupolino e degli altri accessori il peso sale di 5 kg rispetto alla SM, ma la SMT resta sempre una moto molto leggera fermando la bilancia prima dei 200 kg (196 esattamente) con tutti i liquidi tranne la benzina.

SI FA PAGARE Insomma la dotazione è quella di alto livello che caratterizza sempre tutte le KTM, che per questo si fanno pagare. La SMT costa infatti 12.710 € franco concessionario, trovatemi però un'altra "turistica" con il medesimo equipaggiamento tecnico...



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(fonte: motorbox.com) -> Link alla News




KTM 990 SM T la supermotard vestita da turistica


KTM vuole avere la migliore moto sportiva per ogni cliente. Anche per il turista che non intende rinunciare a prestazioni ed efficacia di guida. È in quest’ottica che la Casa di Mattighofen presenta la 990 SM T, declinazione in chiave “macinachilometri” della divertentissima 990 SM.


Tecnicamente, la base di partenza non cambia. Telaio, motore e freni (Brembo) sono infatti identici. Inediti, invece, la semicarentura, la sella più bassa di 20 mm (da 875 a 855) e comoda anche per il passeggero, il reparto sospensioni (interamente WP), con corsa ridotta e taratura adeguata, e la piccola intelaiatura posteriore per le borse morbide in optional.



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L’abbiamo provata tra le colline portoghesi dell’Algarve. In sella, scopriamo una posizione di guida molto comoda: la schiena rimane solo leggermente caricata verso l’avantreno, braccia e gambe trovano i comandi in posizione naturale, e la seduta rimane comoda per tutti e 300 i km del nostro percorso. La rinnovata protezione aerodinamica si svela in autostrada, dove si viaggia senza alcun problema fino a 150 – 160 km/h.


Contenuto il livello di vibrazioni, che cominciano a farsi sentire (soprattutto alle manopole) oltre i 6.000 giri. A 130 km/h si viaggia però a 4.600 giri. Buona anche la visibilità offerta dagli specchietti. Tra le curve, la strettissima parentela con la 990 SM è evidente; l’SM T è rapida nell’impostare le traiettorie e rigorosa nel mantenerle, pure quando l’asfalto non è perfetto. Merito anche dell’ottimo reparto sospensioni.


Esplosivo il motore, che garantisce accelerazioni fulminee e riprese fluide e vigorose fin dai bassi regimi. Tra i pochissimi difetti, segnaliamo una corsa un filo lunga del cambio e una capacità di carico che, anche con le borse morbide optional, è limitata.



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(fonte: motociclismo.it) -> Link alla News


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Inviato il: 29 aprile 2011, 22:56
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Ktm 990 vs Ducati Multistrada 1200: sensazioni uniche
Un bel motorone a due cilindri, sospensioni “lunghe”, buona proiettività, spazio per passeggero e bagagli. È l’identikit delle grosse enduro stradali, le moto più apprezzate e richieste del momento, mezzi che fanno del turismo veloce a lungo raggio la propria ragion d’essere. Progetti che nascono da un concetto comune, ormai declinato in modi anche molto differenti dalle diverse case costruttrici.

C’è chi punta al comfort, chi alle doti di stradista, chi alla mobilità lontano dall’asfalto, chi alle prestazioni pure e al piacere di guida su asfalto, senza tralasciare la predilezione per i lunghi viaggi.

Proprio a quest’ultima categoria appartengono la Ktm 990 Smt Abs e la Ducati Multistrada 1200 Abs, due moto pensate per chi, nonostante la voglia di andare in capo al mondo, mai e poi mai rinuncerebbe alla sensazione di avere una cavalcatura potente, reattiva e guizzante sotto alle proprie terga.

Certo, nonostante l’identica destinazione d’uso e le caratteristiche tecniche in comune (motore bicilindrico a V raffreddato a liquido, telaio a traliccio, Abs), l’austriaca e l’italiana sulla carta non sono del tutto sovrapponibili: la prima costa 13 mila euro e ha 116 cavalli, la seconda chiede un esborso di 15 .900 euro e di cavalli ne ha addirittura 150.

Ma la verità è che su strada le differenze si assottigliano, le prestazioni risultano quanto mai vicine. E alla fine diventano una questione di sensazioni, di sfumature. E perché no, di aspettative.

Sali sulla Multistrada e la trovi come ti aspetti una Ducati: tecnologica, affascinante, piena di particolari che staresti a guardare per ore e che come pochi altri riescono a coniugare ricerca estetica e funzionalità. C’è anche qualche caduta di stile a livello di finiture. Che passa subito in secondo piano quando le ruote iniziano a girare.

La Multistrada è agile, ha un buon avantreno, un validissimo assetto e freni potenti e pastosi. Ma ha soprattutto un motore che è un vero bombardone, dotato di una gran coppia e di un allungo esagerato. Significa una riserva di potenza fin eccessiva su strada e velocità siderali raggiunte in un attimo.

Una vera forza della natura, che spesso induce a utilizzare volentieri (e con poche rinunce) la mappa Urban, che riduce la potenza a 100 cavalli. Anche per riuscire ad apprezzare con più tranquillità il comfort di questa Ducati, che è sicuramente comoda e ben protettiva.

Poi, con una piccola dose di scetticismo, sali sulla Ktm. E dopo poche centinaia di metri cominci a ritararti. La Mutistrada sembrava agile e stretta? Qui sembra che la moto sparisca tra le gambe. Ipercompatta, leggera e incredibilmente reattiva, la Smt già nel traffico tira fuori i peggiori istinti di ogni motociclista.

Ma è soprattutto in mezzo alle curve, quelle che girano sul serio, che questa bicilindrica austriaca dà qualche punto all’italiana in termini di maneggevolezza, di velocità di discesa in piega e di agilità nei cambi di direzione.

Tutto con un rigore ciclistico che non viene mai meno, anche grazie all’ottimo funzionamento dell’Abs, valido alleato quando le curve si avvicinano troppo in fretta. E con un motore che non segnerà un record di potenza, ma reagisce ai comandi del gas con grande efficacia e con una baldanza che a tratti inebria.

Intendiamoci, non che la Ducati sia un pachiderma, tutt’altro. È solo che al cospetto della Ktm diventa più fisica, più ingombrante, più orientata alla stabilità che alla reattività. Certo, è anche molto più adatta ai viaggi lunghi e seri. Ma se volete più che altro divertirvi, con la Ktm non resterete delusi. Andando davvero forte anche con tutti quei cavalli in meno.


fonte http://auto-moto.virgilio.it/moto/prove-mo...oni-uniche.html


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